8 maggio 2024

Apri gli occhi quattro ore dopo l’inizio della Top Surgery
Steso su di un lettino, vedi il volto del chirurgo, la barba sale e pepe, i capelli brizzolati. Una luce bianca, l’ombra confusa di persone attorno a te.
Senti delle parole, lontane, vicine? Capisci solo: “è andata bene Johnny, sei venuto una bomba”.
Sei intontito, ma il tuo corpo agisce da solo; abbassi lo sguardo, e vedi. Vedi l’Assenza.
Piangi. Piangi, finalmente, ma non è di ansia o di preoccupazione.
Sono lacrime di libertà.
9 maggio 2024
Hai passato la notte, arida come la sabbia del deserto, perché per evitare di vomitare ti è stato consigliato di attendere il mattino successivo per poter bere finalmente un sorso d’acqua.
Non hai molto dolore, sei anche imbottito di farmaci come un involtino ripieno, ma la mobilità è ridotta all’osso. Non riesci a sollevarti usando i gomiti, hai la faccia gonfia, i drenaggi (due per lato) ti impediscono di fare qualsiasi movimento.
Hai ricevuto un mondo di messaggi, hai fatto una piccola video-chiamata, per il resto hai dormito e superato con successo la quest della Padella.
Il chirurgo è passato a spacchettarti, e hai visto per la prima volta il tuo Torace. È tutto vero.
Non c’è più. Il seno, non c’è più. Sei finalmente libero.
Impacchettato come un omino Michelin, ma molto più leggero. Indossi il kimono che avevi cucito e indossato “prima” e sorridi di nuovo. Adesso sta più dritto.
Poche ore dopo puoi tornare a casa, accompagnato dall’affetto delle persone care che ti stanno aiutando in questo momento delicato, vicine e lontane.
Un nuovo viaggio inizia.
Inizia un nuovo capitolo di questo blog, che parla di Thoughts of a Top Surgery, ovvero pensieri in libertà sul viaggio che mi ha portato al momento in cui ho intrapreso l’operazione di mastectomia bilaterale, e tutto ciò che è venuto dopo, e sta proseguendo tutt’oggi.
Perché l’operazione “risolve” una parte della disforia, ma non è una bacchetta magica.
Seguimi per scoprire un mondo di “Thoughts”