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Inadeguat3-TDOR, Macigni di Parole

Alda Merini ci lascia come eredità, tra le tante, una frase che oggi prendo come ispirazione per l’articolo:

“Mi piace chi sceglie con cura le parole da non dire.”

Dal 13 al 19 novembre è la settimana della consapevolezza transgender e precede il Transgender Day of Remembrance (acronimo TDOR, che uso da adesso in avanti) che è il 20 novembre:
giorno in cui si ricordano le persone trans* uccise dall’odio.

Nel link che ti ho messo si parla di quando è stata istituita la giornata, e puoi trovare le città in cui si tengono veglie e marce il 20 novembre, o nei giorni precedenti. In Veneto si tiene a Padova, di fronte a Palazzo Moroni alle 18:30.

Da dove si origina quest’odio?

Dalla paura per la diversità, e per questo prendo a prestito la definizione di uguaglianza sulla eliminazione delle discriminazioni: “Uguaglianza non significa eliminare le differenze, ma permettere a persone diverse di avere gli strumenti per giungere ai medesimi obiettivi”

Eppure, ciò che non è conforme, spaventa. Spesso certi linguaggi perpetrano la cultura dell’odio per il diverso, la segregazione, invece della condivisione umana. In molti studi si rimarca come il linguaggio, LE PAROLE, abbiano un enorme peso nel veicolare un’idea piuttosto che un’altra.

Ecco perché ho scelto la frase di Alda Merini e il titolo di questo pezzo. Le parole pesano come macigni.

Ecco perché mi arrabbio quando vengono usati certi termini impropri, sui social, dalla stampa, dal corpo politico, dalle persone comuni. Come me, come te.


Quali sono queste parole?

Faccio un excursus, per comporre un puzzle. Prova a seguirmi, e tieni un gaviscon a portata di mano: non sono responsabile del mal di pancia che potresti ritrovarti dopo la lettura, ma se dovesse succedere, ti capirei. Io ci convivo tutti i giorni.

  • Questo articolo parla nel modo corretto delle persone trans* in alcuni punti, mentre in altri declina tutto al maschile e qui cade come una pera cotta: “Il peggior Paese in Europa per l’accesso alle cure mediche per i trans.” Eppure, la soggettività trans* è composta da molti generi…
  • Un articolo che ha qualche anno a firma “La stampa” (ma Internet non dimentica), recita una serie di nefandezze tutte nello stesso articolo, sbeffeggiando nello stesso pezzo: identità di genere, espressione di genere, necessità delle persone trans*, dando per scontato che le persone trans* siano tutt3 sex worker (come se essere sex worker fosse un delitto) e parlando di genitali come se fossimo al banco della frutta.
  • Anno 2021, siamo in Scozia, e una professoressa universitaria asserisce che una donna transgender non è tale perché “non ha biologicamente una vagina”. Il Giornale, ovviamente, ci sguazza chiamandola “ideologia transgender” e rifacendosi al politically correct.
  • Novembre 2023, questa volta in Italia, precisamente quel fazzoletto di terra a Roma che è il Vaticano. Il Dicastero per la Dottrina della Fede – a firma del prefetto Fernandéz e approvato dal Papa nell’udienza del 31 ottobre – risponde ad un vescovo del Brasile, che fa delle domande precise al riguardo di persone omosessuali e transgender.

La stampa riporta quanto detto da Vatican News , di cui puoi leggere il testo integrale QUI , in due modi differenti, ecco come ne parlano con definizioni completamente errate SkyTG24 , Ansa, Tgcom24, il Sole24Ore, HuffPost e molti altri (alcuni sono a pagamento, per cui non vi metto il link qui, il Messaggero era uno di quelli).

Mentre, usano termini corretti Euronews, Il Post, VanityFair (!!!), Corriere della Sera, La Stampa, e altre testate. Certo, per trovare questa seconda tipologia di scrittura, ho dovuto digitare nella buca di ricerca “persone trans”, altrimenti Google mi avrebbe riportato solo quanto scritto dagli organi di stampa del paragrafo precedente.

Quali sono i punti critici del testo scritto dal Dicastero della Dottrina della Fede?

  • […] se non vi sono situazioni in cui c’è il rischio di generare pubblico scandalo o disorientamento nei fedeli.
  • […] Nel caso di bambini o adolescenti con problematiche di natura transessuale
  • […] occorre considerare quanto segue, specialmente quando vi sono dei dubbi sulla situazione morale oggettiva in cui si trova una persona, oppure sulle sue disposizioni soggettive verso la grazia.
  • […] il sacramento viene ricevuto senza il pentimento per i peccati gravi
  • Un transessuale può essere padrino o madrina di battesimo?
    A determinate condizioni, si può ammettere al compito di padrino o madrina un transessuale adulto che si fosse anche sottoposto a trattamento ormonale e a intervento chirurgico di riattribuzione di sesso. Non costituendo però tale compito un diritto, la prudenza pastorale esige che esso non venga consentito qualora si verificasse pericolo di scandalo, di indebite legittimazioni o di un disorientamento in ambito educativo della comunità ecclesiale.

I trans?

Qui a lato ho messo l’immagine di ciò che io reputo corrispondente a “i trans”.

A casa mia, sono i camion dei trasporti, quelli che si vedono in autostrada con scritto “trans” sulla fiancata. Altrimenti è una oggettificazione dei corpi, come se si stesse parlando di un comodino o di una abat jour. E, nonostante la mia non-altezza, non mi sento un contenitore di calzini e boxer.

L’oggettificazione, l’atto di sminuire, è comune sia alle persone transgender che cisgender femminili, come quando si va ad enfatizzarne la bellezza corporea come una “cosa” da ammirare o possedere. Una bella statuina da mettere sul sopracitato comodino. Questo tipo di linguaggio, che si insinua, di cui non ci si accorge fintantoché non ci si fa caso, è sinistro, insidioso, serpeggia nella nostra vita da prima che nascessimo e ci ha cresciut3 silenziosamente.

Ma il Transgender Day of Remembrance, la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne che sarà il 25 novembre, sono date che ci chiedono di levare la mia, la tua, la nostra voce e cambiare il modo in cui leggiamo, scriviamo, parliamo.

Perché le parole sono macigni, e troppo spesso, questi macigni spengono vite delle persone.

Se non puoi partecipare a delle fiaccolate, ti invito ad accendere una candela la sera del 20 novembre e a postarla su IG o Facebook con l’hashtag #ioricordo

Ti lascio con un podcast di Bizzarri sull’argomento nel suo “Non hanno un amico” e se durante la lettura ti sono sorti dubbi, domande, voglia di leggere degli approfondimenti puoi segnalarmeli nei commenti qua sotto, alla mail jorytelling@gmail.com, al caro vecchio instagram @jorytelling, altrimenti ho aperto un canale di comunicazione anonimo: https://ngl.link/jorytelling2

A presto!

1 commento su “Inadeguat3-TDOR, Macigni di Parole”

  1. Pingback: Spazi Inadeguati, prima parte – Jorytelling

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