Oggi do il via alla rubrica Morning Trans*, uno spazio dedicato alla quotidianità delle persone transgender, nello specifico ME! ☺️ Ti illustrerò piccoli gesti di tutti i giorni, li collegherò a tematiche poco conosciute e ne parlerò una volta al mese.
Se durante la lettura ti sorgono dubbi, domande, voglia di leggere degli approfondimenti puoi segnalarmeli nei commenti qua sotto, alla mail jorytelling@gmail.com, al caro vecchio instagram @jorytelling, altrimenti ho aperto un canale di comunicazione anonimo: https://ngl.link/jorytelling2
Come annunciato pochi giorni fa sulla mia bacheca IG, grazie a questa domanda a fianco, oggi ti parlo della
TERAPIA ORMONALE
Parto dalle basi. Cos’è una terapia ormonale?
In Italia viene chiamata TOS, terapia ormonale sostitutiva, e non esiste solo per le persone transgender ma viene prescritta anche per le donne in menopausa, ad esempio (qua un link per curiosare un po’). La sua definizione inglese, specifica per le persone trans* invece, è chiamata GAHT: gender affirming hormone therapy.
Si tratta di assunzione di ormoni (estrogeni, o testosterone) che vanno ad aumentare le caratteristiche desiderate e bloccare invece quelle con cui si è nat3. Sto IPER-SEMPLIFICANDO, dato che non sono un* endocrinolog*, ma qua cerco di spiegare con parole terra-terra. Già che ci siamo, introduco un altro paio di acronimi, che ti potranno aiutare in futuro nella lettura anche in rete, e a me risparmieranno un po’ di tempo:
AFAB: Assigned Female At Birth, femmina assegnata alla nascita
AMAB: Assigned Male At Birth, maschio assegnato alla nascita
Io sono una persona AFAB e sto facendo una terapia mascolinizzante, quindi assumo testosterone.
Faccio un primo inciso, con informazioni che puoi trovare anche nel sito infotrans.it (un portale fondamentale per le persone trans*): la terapia ormonale non è obbligatoria per intraprendere un percorso di affermazione di genere.
Soprattutto non è obbligatoria perché una persona trans* possa considerarsi tale.
Io avrei potuto fare coming out come persona Trans*, cominciare il percorso legale per cambiare nome e non assumere gli ormoni mai. Qui si aprirebbe un discorso su quanto ci sia differenza tra il dire ed il fare quando si inizia un percorso legale per il cambio anagrafico e l’autorizzazione agli eventuali interventi chirurgici, perché l3 giudic3 in Italia, che hanno una versione molto MASCHIO/FEMMINA stereotipata e binaria, non vedono di buon occhio chi non assomiglia al genere di elezione¹ (tipo, per me, uomo) e quindi non vedono di buon occhio chi non assume ormoni, ma è un argomento che vorrei affrontare un’altra volta più approfonditamente.
Secondo inciso: la terapia ormonale è sempre personalizzata, in base alla propria salute, gli obiettivi che si vogliono raggiungere, come si risponde agli ormoni, etc. Si è seguit3 costantemente dalla professionista endocrinologa con esami ricorrenti ogni 3/6/12 mesi (a seconda da quanto tempo si è in terapia). Esistono un mare di opzioni nei farmaci da usare, dosaggi, per ogni persona è diverso.
Ma come si fa la terapia ormonale?
La TOS può essere fruita, a seconda se sono estrogeni o testosterone, sotto forma di iniezioni, cerotti, gel da applicare sulla pelle, pastiglie da assumere per bocca… Nel caso del testosterone le due opzioni – in Italia – sono punture o gel transdermico.

Io ho scelto la seconda opzione, un po’ più “noiosa”. Il gel va applicato tutti i giorni nella stessa fascia oraria e una delle zone di applicazione è quella delle braccia, tra la spalla e metà braccio. Inoltre, deve asciugare un po’ dopo che viene spalmato sulla pelle, quindi che sia inverno o estate, io al mattino devo spatasciarmi il gel su uno o entrambe le braccia – grazie ad un comodo applicatore – e poi stare a braccia scoperte per 15/30 minuti, a volte girando per casa agitando gli arti tipo pterodattilo per far asciugare prima.
Altri accorgimenti che devo avere?
Ho il mio asciugamano personale, per evitare di “testorinizzare” anche Nino (mio marito, ndr), devo ricordarmi di lavare bene le mani dopo l’applicazione, evitare il contatto fisico con altre persone o felini per qualche ora con la pelle nuda, per evitare di far fare la terapia ormonale anche ai gatti, che poi gli crescono i baffi. Eheh.
Perché ho scelto il gel, oltre al volere essere la gabbianella e il gatto 2.0?
Perché all’inizio ho chiesto all’endocrinologa la possibilità di fare un dosaggio a metà tra quello che viene chiamato microdosing – che è un dosaggio basso per chi vuole una mascolinizzazione molto lieve, andronigizzante – e il dosaggio massimo. Insomma, ho voluto partire da una zona intermedia, per capire come rispondeva il mio corpo – e io – a questo percorso in cui si vedono cambiamenti importanti. A partire da settembre ho aumentato il dosaggio perché mi sono trovato bene e voglio vedere dei risultati più velocemente.
Avevo scelto il gel, oltre al fatto che non vado proprio d’accordo con le punture fin da piccolo, anche perché i cambiamenti sarebbero stati più graduali. Le iniezioni, infatti, portano modifiche in tempi più rapidi e nove mesi fa lavoravo al telefono facendo consulenza a distanza; se mi fosse cambiata la voce da soprano a baritono nel giro di un mese e mezzo, avrei avuto qualche problema a spiegare come mai ero sempre “raffreddato”. Inoltre, volevo andare per gradi, ed è stata la scelta giusta per me, quello di procedere per piccoli passi.
E qui arriviamo alla domanda che mi ha posto Fringilla dei Social (nome di fantasia, ndr):
Gli ormoni alterano l’umore?
La risposta breve è: sì. Pensiamo alla fase dell’adolescenza, o della menopausa, o problemi legati alla tiroide, ne puoi leggere qui. Quindi la terapia ormonale può alterare l’umore, o portare a delle modifiche anche caratteriali, aumentando emotività o diminuendola. Il fatto che POSSA non significa che DEBBA, insomma non è assolutamente detto che succeda. Anche per questo motivo il percorso psicologico va ad indagare – prima dell’inizio della terapia – che non ci siano problemi collegati all’umore tali per cui l’assunzione di ormoni potrebbe portare dei peggioramenti nella qualità di vita della persona trans*.
Mi sento di specificare qualcosa che ho detto molto chiaramente ai miei genitori quando ho fatto coming out:
le persone trans* sono super seguite in tutto il loro percorso, sia dal punto di vista psicologico che di salute. Non siamo mai lasciat3 sol3. Non perché abbiamo bisogno di una persona controllor*, ma per avere dei punti di riferimento a cui rivolgersi nei momenti del bisogno.
Ho avuto qualche cambiamento caratteriale o umorale?

Nei primi due mesi di terapia forse ero meno emotivo rispetto ad un tempo e a volte più nervoso (ma perché era diventato stressante dover parlare al femminile in contesti lavorativi); ad oggi piango comunque come un bambino quando ci sono dei film che mi emozionano, esattamente come prima dell’inizio del percorso. Sono più sicuro di me, ma questo non è un effetto diretto della terapia: è che sono più contento di me nel riflesso che vedo allo specchio (almeno fino al collo, ma della disforia parlo in un altro pezzo, ti va?).
Fin qui non ho parlato dei prerequisiti per accedere alla terapia ormonale o di come funziona la richiesta dei farmaci. Vorresti che approfondissi? Vuoi conoscere come funziona all’estero? Si pagano gli ormoni? Fammelo sapere qui nei commenti o sui social!
¹ genere di elezione: identità di genere che la persona sente per sé stessa, indipendentemente da quello che le è stato assegnato alla nascita sulla base dei propri genitali.