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#IoSono – Questioning

Oggi inauguro la nuovissima rubrica “Io Sono”.

Tratterò gli argomenti che riguardano il percorso di affermazione di genere, le sue sfumature, le strutture sanitarie, la terapia ormonale, il supporto psicologico, etc.
Se durante la lettura ti sorgono dubbi, domande, voglia di leggere degli approfondimenti puoi segnalarmeli nei commenti qua sotto, alla mail jorytelling@gmail.com, al caro vecchio instagram @jorytelling, altrimenti ho aperto un canale di comunicazione anonimo: ngl.link

Oggi parto parlando brevemente di un argomento che ho approfondito assieme alla dottoressa Paola Biondi in una diretta Instagram estate scorsa:

Il Questioning

Perché parlare di questioning, e di cosa si tratta?

È sicuramente uno dei punti di partenza del percorso di affermazione di genere, o transizione¹: prima di qualsiasi coming out, terapia ormonale, all’alba di tutto c’è il momento di Confusione, con la C maiuscola.

Chi sono io?

Questa è la domanda cardine che indaga l’identità pura, alla base. Come mi definisce, come mi riconosco, cosa scorgo nella nostra immagine e se quello che vedo mi fa dire “Quella persona, Sono Io”.

Per cui, il Questioning è un pacchetto di interrogativi che sorgono quando mi guardo allo specchio e nel riflesso vedo qualcosa che non sembra vibrare nel modo giusto. Quando quell’immagine la evito, sfuggo, quando i panni che indosso e ho indossato per una vita ad un certo punto mi stanno stretti, non sembrano i miei (e non a causa della lasagna della sera prima). Questa fase può sorgere in età giovane anche fin dall’infanzia, oppure in età adulta, magari perché la società non è stata un terreno favorevole in tenera età.

Non è mai troppo presto o troppo tardi per interrogarsi, ma è fondamentale in una fase così delicata avere la guida di un* psicolog*/psicoterapeuta specializzatu sulle tematiche di affermazione di genere. Perché chi ci vuole bene -spesso- non ha gli strumenti per sbrogliare la matassa dei dubbi che destabilizzano la quotidianità e tolgono il sonno. Perché devo capire se sto affrontando e riconoscendo per la prima volta in vita mia una disforia di genere.

Il mio questioning è iniziato nel 2022, a 35 anni. È stata dura affrontare interrogativi e paure sulla mia identità quando per la maggior parte della vita non avevo avuto strumenti, basi culturali o riferimenti per poter comprendere il mio disagio. Pensavo di essere vecchio per domande del genere. La sindrome dell’impostor* è stata una scomoda compagna appollaiata sulla mia spalla sinistra, con insinuazioni scomode.

Come è possibile che non me ne sia accorto per tutto questo tempo?
E se stessi facendo tutto questo per attirare l’attenzione?

È stato semplice per la mia psicologa smontare queste paranoie di insicurezza, con logica e razionalità, ma io non ci sarei riuscito da solo, avevo bisogno di un parere oggettivo, professionale. Da lì è ho costruito le fondamenta per il mio viaggio da persona Trans*, ma la verità è che sono arrivato a quel fatidico momento grazie ad un lavoro su me stesso, avviato un paio di anni prima con un percorso sull’autostima.

Oggi quando vado a rivedere i miei scritti, i miei post, anche le bozze di articolo per il blog, mi appare un sorriso e penso: “Ecco, vedi, ancora non sapevi, ma qui stavi preparando il terreno per il tuo question-time”.

Ho dovuto abbattere le barriere che mi ero auto-costruito anno dopo anno, una dietro l’altra, come scatole cinesi. Per la prima volta mi son concesso di non limitarmi e di sperimentare, per capire se quello fosse il cammino per me.

Mi sono tagliato i capelli corti.
Mi son fatto prestare dei capi maschili da mio marito.
Ho svuotato l’armadio di tutti gli abiti che non volevo più mettere.
Ho cambiato montatura degli occhiali (tanto, mi era peggiorata la vista).
Ho iniziato a chiamarmi al maschile e farmi chiamare al maschile da chi veniva a giocare con noi casa ogni weekend.

Più sperimentavo, meglio stavo.

E tu? Hai vissuto una fase di questioning? Sapevi cosa fosse? Scrivilo nei commenti!

¹ transizione di genere, termine sempre meno utilizzato dalla comunità trans* perché ripropone una visione “binaria” con un punto di partenza A e un punto di arrivo B, mentre affermazione di genere rimarca il percorso per riscoprire la propria identità (di genere, ndr)

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